
La Società Iconografica Trivigiana, in collaborazione con la Tipografia Sile, ha pubblicato il proprio decimo calendario, dedicato quest'anno al " Corso" di Treviso.
Dopo una presentazione storiografica sul termine "Corso", vengono mostrate dodici immagini tratte da vecchie cartoline illustrate sul Corso del Popolo a Treviso, commentate dal dott. Toni Basso, ricercatore e autore di testi storici riguardanti la città di Treviso.
Il calendario, edito in numero limitato, rappresenta un interessante contributo di conoscenza per gli appassionati di Treviso ma anche, più in generale, per gli studiosi di storia della città.
E' disponibile gratuitamente per i nuovi Soci della Società Iconografica Trivigiana e per coloro che rinnovereranno l'adesione in tempo utile. Si ricorda infatti che le copie a disposizione sono limitate.
TREVISO: Il Corso nelle vecchie cartoline illustrate
La parola corso usata per indicare la principale via di una città, sembra derivi dal fatto che, nelle feste, lungo essa transitavano le sfilate (corsi) di cavalli che partecipavano al palio, o di carri allegorici: quindi una metonimia che finisce per indicare il luogo con il nome dell’evento che vi si svolgeva. E che il corso sia stato un evento capace di dare ad una via il nome ne è esempio a Roma il toponimo “Via del Corso”.
Treviso però non è Roma, e deve accontentarsi di un pedigree più modesto: la parola corso appare nella toponomastica trevisana solo il 23 marzo 1944 quando il podestà segnalava di aver effettuato la sostituzione del nome di Via Vittorio Emanuele II con quello di Corso del Popolo, sostituzione autorizzata dal prefetto l’1 dicembre successivo, per la quale però la Soprintendenza alle Belle Arti il 23 marzo 1944 avvertiva che il Ministero dell’Istruzione non avrebbe concesso il visto. L’uso tuttavia sopravvisse.
Prima della denominazione sabauda risalente al 22 maggio 1883 la via, che dal Ponte San Martino conduce al bivio dei Noli (via XX Settembre, via Martiri della Libertà), era indicata col nome di contrada frazionata in tre segmenti che portavano il nome di San Martino, del Teatro d’Onigo, e dei Noli.
Come le vicende della toponomastica ci illuminano sul divenire della storia urbana, così le vecchie cartoline illustrate ci rivelano le trasformazioni del vivere cittadino, per cui questa rassegna di immagini è stata estesa a tutto il tracciato che va dalla Stazione Ferroviaria alla Piazza dei Signori, comprendendo anche le attuali Via Roma e Via XX Settembre: un percorso che ha avuto, soprattutto negli anni raccontati da queste cartoline, una propria unità funzionale e simbolica.
L’arrivo a Treviso della ferrovia a metà Ottocento ha spostato l’asse di penetrazione al centro urbano dalla Porta di San Tomaso alla stazione dei treni. Il mercato di San Tomaso, dove arrivavano i prodotti dalla non lontana campagna, ha iniziato una lenta modifica dei propri articoli che ormai giungono da più lontane provenienze; le locande del Leon Bianco(Casa Salce), dell’Imperatore (in Via Sant’Agostino), e del Màngano (davanti alla Loggia dei Cavalieri) sono andate scomparendo mentre altri nuovi alberghi sarebbero sorti nel Corso: il Campanile (davanti alla chiesa di San Martino), il Baglioni e la Stella d’Oro (in Corso del Popolo), la Cerva in Vicolo XX Settembre, e così la posta (in Via S. Chiara)
sarebbe diventata succursale della Centrale costruita nel 1931 in Piazza della Vittoria; e l’area dell’attuale autostazione sarebbe diventata sede, prima di un’Esposizione Regionale(1872), e poi della Borsa (1935).
Oggi lungo questa arteria il traffico pedonale e soprattutto veicolare è smisuratamente più intenso di una volta, né lo è minore anche in altre vie della città la cui percorrenza sembra avere come uniche qualificazioni quelle utilitaristiche della transitabilità e della possibilità di parcheggio.
Ha perduto quel valore simbolico che poteva giustificare un certo orgoglio nel chiamarla appunto corso.
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