mercoledì 28 febbraio 2018

TREVISO nel RISORGIMENTO



La SOCIETA' ICONOGRAFICA TRIVIGIANA
con il Patrocinio della Città di Treviso

INVITA

alla proiezione commentata

TREVISO nel Risorgimento

A cura di Antonio Bruno

Venerdì 30 Marzo 2018- ORE 20,45

TREVISO - Auditorium Stefanini

La conferenza cerca di mettere in luce, attraverso l’esame di alcuni documenti d’archivio, le condizioni socioeconomiche del Trevigiano ed i sentimenti della popolazione tra il Congresso di Vienna e l’insurrezione del 1848. L’Austria fu, in un certo senso, colta di sorpresa dall’insurrezione di territori ai quali riteneva di aver garantito un trentennio di pace, dopo le sanguinose guerre che si erano combattute nel periodo francese. Aveva allentato la pressione fiscale, ridotto il peso della coscrizione, ripristinato l’efficienza della rete viaria anche attraverso la costruzione di nuove strade per far giungere il granturco con cui sfamare la popolazione colpita dalla carestia del 1816 – 1817 e, nel contempo, per assicurare collegamenti strategici con il cuore dell’Impero. Aveva inoltre introdotto l’istruzione elementare gratuita e obbligatoria per i fanciulli di età compresa tra i 6 ed i 12 anni e, a tal fine, costretto i Municipi ad aprire scuole elementari “maggiori” nelle città e “minori” nelle campagne. Nonostante tutto ciò, i sentimenti della popolazione non erano favorevoli. I contadini lamentavano l’esazione della tassa personale (“taglia”), in moneta sonante, in una società in cui dominava ancora l’affitto in generi. La borghesia soffriva per un sistema creditizio asfittico, per un’economia imbrigliata nelle maglie dei dazi doganali ed in quelle, ancora più sottili, di sistemi di pesi e misure diversi da una provincia all’altra. Mal tollerava, inoltre, reti di comunicazione chiuse all’interno di confini politici - che certamente non si adattavano all’intraprendenza di commercianti ed industriali - e, ancor di più, la mancanza del potere politico necessario ad avere voce in capitolo nelle scelte fondamentali per lo sviluppo del Lombardo-Veneto. Vi era, poi, il clero, insofferente per l’ingerenza ed il controllo dello Stato anche sugli aspetti più minuziosi della vita della Chiesa: dalle prediche ai propri fedeli, alla corrispondenza con la Santa Sede, alla designazione dei Vescovi. In tale contesto si inseriva l'idea di Nazione.

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